Aquileia fu fondata dai Romani nel 181A.C. e divenne il secondo più importante città dell’impero,
grazie alla sua posizione strategica tra l'Oriente e Occidente, il suo sito
archeologico di eccezionale importanza è stata scritta nella Lista del
Patrimonio Mondiale dell’ UNESCO dei siti culturali.
*** Aquileia resistette alle ripetute incursioni di Alarico (401 e 408) ma non ad Attila che in seguito all'incidentale crollo di un muro
della fortificazione riuscì a penetrare nella città devastandola (452) e, si dice che, spargendo il sale sulle rovine, la prese
costringendo i legionari che aveva fatto prigionieri a costruire macchine da
assedio in uso presso i romani e massacrò o fece schiava gran parte della
popolazione. Alla figura di Attila sono legate due leggende: una inerente al
crollo delle mura di Aquileia ed un sogno premonitore grazie al quale Attila
conquistò la città; l'altra sul Tesoro di Aquileia , sepolto per evitare che fosse
depredato. Sopravvissero l'autorità della sua chiesa e il mito di una città che
era stata potente, benché ormai il suo dominio diretto si limitasse ad un
territorio di ridotta estensione che aveva i suoi punti di forza nell'area
urbana con lo scalo marittimo e nel borgo di Grado. Quest'ultimo si sviluppò ed
acquistò un'importanza sempre maggiore a seguito dell'invasione Longobarda del 568. Da quel momento la regione di Aquileia venne suddivisa
fra romano-bizantini (che ne occuparono la zona litoranea) ed i Longobardi (la parte interna).
Nell VIII secolo la sede del patriarcato viene
trasferita nella più sicura Cividale.
Verso l'anno Mille, si assiste alla rinascita della città, che tornò ad avere grande prestigio con il Patriarca Poppone (1019-1042), che riportò la sede ad Aquileia.
Nel XV secolo la città fu occupata dai veneziani.
Nel 1509 fu conquistata dal Sacro Romano Impero durante la guerra della Lega di Cambrai, ritornando sotto la Repubblica di
Venezia al termine della guerra, la città seguì successivamente le sorti della Repubblica di Venezia, venendo
annessa dagli Asburgo.
Nel 1918, dopo la sconfitta dell'Impero
Asburgico nella prima guerra mongiale, fu annessa
all'Italia, separata da quella che era la Contea di Gorizia e unita al resto del Friuli.
Si narra in una leggenda...
Nella
memoria collettiva l'invasione degli Unni e la conquista di Aquileia da parte
di Attila hanno lasciato una profonda impressione. Ancora oggi, nei modi di
dire comuni del territorio, viene dato l'appellativo di "Attila" a chi
si dimostra particolarmente aggressivo o distruttivo. Sono numerose le leggende
nate su questo personaggio in relazione alla città, tre sono le più ricorrenti.
"L'assedio".
Aquileia stava opponendo una dura resistenza agli invasori. Attila stava quasi per
ordinare ai suoi la ritirata, quando vide allontanarsi in volo delle cicogne
con i loro piccoli. Compreso che ormai la città non aveva più le provviste
necessarie per sfamare la popolazione, mantenne l'assedio ancora per qualche
giorno e riuscì a conquistarla.
"Il colle". Una volta incendiata la città Attila, ormai lontano, diede ordine
ai guerrieri di portare della terra nei loro elmi e di riversarla in un punto
prestabilito. I soldati erano molto numerosi ed in breve tempo riuscirono a
formare una collinetta con la terra riportata, sulla quale Attila poté
osservare i fumi elevarsi dalla città incendiata. Si dice che il colle sia
quello di Udine, su cui sorge il castello, ma anche
altre località della regione "pretendono" di avere la stessa origine.
"Il pozzo d'oro". Alcuni abitanti di Aquileia erano riusciti a fuggire prima
dell'incendio, trovando rifugio nell'isola di Grado. Prima della fuga però avevano
fatto scavare ai loro schiavi un pozzo in cui avevano nascosto tutti i tesori e
gli oggetti d'oro. Per mantenere il segreto gli schiavi furono annegati, e il
pozzo d'oro mai ritrovato. Questo mito era ritenuto talmente verosimile che,
fino alla prima guerra mondiale, i contratti di compravendita dei terreni
includevano la clausola "Ti vendo il campo, ma non il pozzo d'oro",
assicurando l'eventuale ritrovamento al precedente proprietario.***
(Fonte: *** dalla Wikipedia)